Il papa

Concludiamo questo percorso formativo annuale, facendo un piccolo approfondimento sulla figura e il ministero del papa, visto che proprio in questi giorni abbiamo assistito all’elezione di Leone XIV.

Diciamo subito che il ministero del papa è quello che distingue i cattolici dalle altre confessioni cristiane. Né gli ortodossi, né i protestanti hanno una figura come quella del papa che, cioè, sta al vertice e a capo di tutta la Chiesa, avendo le facoltà di intervenire direttamente anche sulle singole diocesi, oltre che a dare delle direttive generali che valgono per tutte le Chiese del mondo.

In questo incontro proviamo a rispondere ad alcune domande:

  1. Perché si chiama papa;
  2. Perché il Papa sta a Roma;
  3. Qual è il suo compito all’interno della Chiesa.

Perché si chiama papa?

Il termine “papa” viene dal greco pàppas, che significa “papà” è, cioè, un termine familiare per dire “padre”. All’inizio della storia della Chiesa era un termine comune per chiamare tutti gli appartenenti al clero (quindi anche i preti), poi venne utilizzato solo per i vescovi e, a partire dal IV secolo, viene riservato nella Chiesa occidentale per indicare il Vescovo di Roma.

Ancora oggi le Chiesa ortodosse e, in genere, le Chiese orientali, utilizzano questo termine per appellare i patriarchi e alcuni vescovi. In alcune parti, sempre in Oriente, è utilizzato ancora anche per i presbiteri.

Perché il Papa sta a Roma?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo sapere che la Chiesa di Roma, anche se non è stata fondata né da Pietro e né da Paolo (non sappiamo chi è stato il primo a portare il Vangelo a Roma, ma sappiamo – sia dagli Atti degli Apostoli che dalle lettere di san Paolo contenute nella Bibbia – che Pietro e Paolo, quando arrivano a Roma, trovano una comunità già formata), è la Chiesa che ha visto il martirio di Pietro e Paolo. A Roma, cioè, i due più grandi Apostoli hanno dato la loro vita pur di annunciare e difendere la verità del Vangelo.

A partire da questo dato, allora, il Vescovo di Roma è stato riconosciuto come il primo tra tutti i vescovi del mondo, perché guida la Chiesa che è stata guidata dallo stesso Pietro fino al giorno della sua morte e perché questa Chiesa ha assistito alla testimonianza, fino al sangue, dei due più importanti Apostoli.

Per questo motivo il Papa sta a Roma, perché è, prima di tutto, il Vescovo della Chiesa di Roma.

Normalmente noi diciamo che viene eletto il Papa, tecnicamente dovremmo dire che è stato eletto il Vescovo di Roma che, per il fatto di essere Vescovo di Roma, è anche Papa (infatti, anche quando c’è stata la cosiddetta “cattività Avignonese” – cioè, quando il papa risiedeva ad Avignone dopo lo “schiaffo di Anagni” –, i papi, pur non risiedendo a Roma, erano comunque vescovi di Roma, altrimenti non potevano essere papi!).

Qual è il suo compito all’interno della Chiesa?

Di fatto, come successore di Pietro alla guida della Chiesa di Roma, il papa ne eredita le facoltà e i compiti.

Come Pietro è capo degli Apostoli, così il Papa è capo dei Vescovi (tecnicamente parlando, sarebbe meglio dire “collegio episcopale”).

Generalmente, tutti i compiti che Gesù ha affidato a Pietro nei Vangeli, sono ereditati dal Vescovo di Roma. In particolare, è bene sottolineare i compiti pastorale e di garanzia della fede.

Compito pastorale

Dopo la risurrezione, Gesù appare ai suoi discepoli e amici sul lago di Tiberiade e ad un certo punto domanda a Pietro per tre volte se lo amasse e Pietro risponde in maniera affermativa ogni volta. E ad ogni sì di Pietro, Gesù ribatte con “pasci le mie pecorelle” (cfr. Gv 21,15-19).

Da questo episodio si può comprendere bene come Pietro ha ricevuto una missione particolare che solo lui e i suoi successori possono portare avanti, che è quella di custodire e guidare tutta la Chiesa intera.

Attenzione: ogni vescovo è guida e custode della Chiesa particolare che deve guidare (per esempio il nostro vescovo Stefano è pastore e guida della Chiesa di Velletri-Segni e anche di quella di Frascati). Il Papa, però, come successore di Pietro, eredita, oltre alla responsabilità di guidare la Chiesa locale di Roma (e quindi alla pari di ogni altro vescovo che deve guidare la propria Chiesa locale), anche la responsabilità su tutte le Chiese del mondo. In particolare, vigila affinché ogni vescovo svolga con attenzione il proprio compito sulla propria Chiesa locale.

Garanzia della fede

Accanto alla guida pastorale, c’è un altro brano del Vangelo dove si mette in risalto un altro compito specifico di Pietro e, quindi, dei suoi successori. Nel contesto dell’ultima cena, ad un certo punto Gesù dice a Pietro: «Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31-32).

In questo caso, Gesù affida a Pietro il compito di custode e garante della vera fede. Di fatto, la Chiesa guarda a Pietro e al suo successore per sapere cosa bisogna veramente credere e come mettere in pratica ciò che si crede.

Se avete ascoltato o letto i primi discorsi di papa Leone XIV egli ad un certo punto fa proprio riferimento a questo compito. Nell’omelia della Messa celebrata con i cardinali nella Cappella Sistina, ad un certo punto dice: «in particolare poi Dio, chiamandomi attraverso il vostro voto a succedere al Primo degli Apostoli, questo tesoro lo affida a me perché, col suo aiuto, ne sia fedele amministratore (cfr. 1Cor 4,2) a favore di tutto il Corpo mistico della Chiesa; così che Essa sia sempre più città posta sul monte (cfr. Ap 21,10), arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo».

In sintesi, allora, possiamo dire che il Papa ha un compito particolare e fondamentale: garantire che quello che la Chiesa crede e fa sia giusto.