
Solennità dell’Immacolata Concezione 2016
Maria aiutaci a dare una possibilità alla speranza!
L’omelia del nostro caro don Gigi, Arcivescovo di Gaeta, in Collegiata, nella solennità dell’Immacolata Concezione
“In quel tempo”, comincia così la pagina del vangelo di Luca e noi pensiamo subito al grande tempo della storia di quel tempo. E non era una storia che facesse tanto pensare a Dio, anzi sembrava una storia completamente abbandonata da Dio, perché quelle persone li di cui Maria faceva parte, conoscevano una grande povertà , una grande mancanza di prospettiva, una grande mancanza di orizzonte. Si, andavano alla sinagoga, sentivano i profeti che promettevano cose straordinarie, cose grandi, però quel tempo li che vivevano loro, sembrava
proprio un tempo che non avesse niente a che fare con Dio. Un tempo in cui Dio era un ricordo, un’abitudine, era un modo per ripetersi parole e comandamenti che riempivano il giorno del sabato. In quel tempo, quando le strade del villaggio di Maria erano ogni tanto attraversate da qualche soldato, bisognava anche avere paura di trovarne qualcuno ubriaco, in una situazione di violenza. In quel tempo, pensare che Dio potesse entrarci qualcosa, non era un pensiero semplice. In quel tempo e pensiamo al tempo di Maria, tempo di una promessa sposa, possiamo pensare a lei che si immaginava il giorno in cui con Giuseppe sarebbe andata ad abitare nella loro casa. Pensare ai suoi sogni, pensare che immaginava quanti bambini avrebbe avuto, come li avrebbe chiamati, era povera si perché erano poveri tutti però quello era il suo tempo, il tempo dei sogni, il tempo in cui tutto sembra facile, tutto sembra bello. Del resto Maria non era una ragazza
che non conoscesse la durezza della vita, però si poteva permettere almeno in quei giorni li, per quei giorni li e solo per quelli, di sognare un pò. I quel tempo dice il vangelo, Maria viene sfidata da Dio a credere che in quel tempo li Dio poteva abitarvi, che in quei giorni li, Dio poteva starci.
In quella grande storia e nella sua piccola storia Dio poteva aver fame. “Come è possibile?” dice Maria, e dicendolo si guarda intorno, guarda quante difficoltà , quante fatiche, quante durezze, ma come è possibile? Un pò come noi che nel nostro tempo, quando qualcuno ci dice di aver fede, di credere, di pensare che Dio è presente, pure noi diciamo tante volte “Come è possibile?” In questo tempo, in queste persone, con questo modo di pensare, di fare, di essere. E Maria fa una cosa: si fida che in quel tempo, Dio possa entrarci. E questo è il segno del suo essere senza peccato, perché il peccato ti impedisce di pensare che Dio possa esserci, che possa starci, che possa entrarci qualcosa nella vita tua e di quanti sono attorno a te.
Maria si fida, sente dirsi vuoi essere tu una piccola casa in cui possa prendere dimora in mezzo all’umanità . Vuoi tu essere una piccola casa perché io possa starci in questo tempo? Perché io possa ridiventare parola di fiducia, di speranza, di coraggio? Voui essere casa perché io per le strade, di questo villaggio tuo, non sia più un estraneo, un viandante che nessuno riconosce? Vuoi darmi casa Maria? E Maria dice “Lo voglio!, Avvenga! Mi fido! Ci credo!”. E ogni volta questa stessa parola che è rivolta a Maria viene rivolta a noi: vuoi tu a casa tua, nella tua famiglia con le persone che incontri ogni giorno, proprio con quelle persone, alcune, che non c’entrano niente con Dio e sembra che non ci debbano mai entrare niente, vuoi tu essere casa? Perché io possa andare incontro a loro, perché io possa stare nella loro vita. Vuoi tu essere casa perché in questo tempo possa ancora esserci una paola buona, una parola di futuro, una parola di speranza, una parola di vita. E noi diremmo di no se non avessimo Maria che ci spinge in quel senso, se non avessimo lei che ci dice ma guarda, fallo impegnati, cresci, perché io ci ho creduto e da quel momento nel mio cuore insieme con Dio è entrata la felicità . E’ entrata la gioia. Credici ci dice Maria come l’Angelo dice a lei “Credi Maria!” e Maria dice a noi “Credi anche tu! Credi che in ogni tempo, in ogni giorno, in ogni situazione, credi che Dio può essere presente, ed è presente”.
E la facciamo questa preghiera a Maria, per noi, ma soprattutto per quelle persone che per qualunque motivo, o perché sorprese da un dolore, o perché aggredite da una malattia, o perché sole, o perché con tantissimi problemi che sembra che non possano risolvere, pensano che io proprio non c’entri niente con la vita loro. Vogliamo fare una preghiera, la vogliamo fare o Maria.
Fatti compagna ad ognuno di noi, mettiti qui vicina come una mamma e dicci semplicemente questo: Fidati! Credici! Aiutaci a dare una possibilità a Dio, aiutaci a dare una possibilità alla speranza e noi se ce lo dici tu Maria, ci fidiamo! Perché ti riconosciamo come una mamma, perché pensiamo che tu sei piena di Dio e piena di umanità !
Se tu ce lo chiedi Maria noi non sapremo dire di no!
Il ringraziamento di Suor Maria Francesca Frasca per i voti perpetui
Il ringraziamento di suor Francesca alla comunità della Collegiata dove per tanti anni ha svolto il servizio di educatrice Acr, catechista e responsabile del campeggio estivo …
Noi vogliamo ringraziare lei per la sua fede, la sua speranza, il suo “si” al Signore e le auguriamo di “vivere per richiamare il futuro, di seguire i sentieri di Dio non come chi va a tentoni, ma con la consapevolezza della meta, che per te è la realtà di ogni giorno che si colora grazie al sogno.”
La nostra, la tua Collegiata, sarà sempre la tua casa…